I Freak Show presentano “Old Disco”, un omaggio alla disco music degli anni ’70
I Freak Show nascono nel settembre 2015. La band è attualmente formata da Max “Wonder” Pari (basso), Rossana Pedullà (voce), Eros Lolli (drum), Andrea Lodi (keybs) e Mattia Pirone (guitar). In occasione dell’uscita del nuovo singolo “Old Disco”, li abbiamo intervistati per conoscere meglio la loro musica e i prossimi progetti.
Da quale idea nasce la scelta del nome. Perché Freak Show?
Durante una trasmissione radiofonica particolarmente turbolenta, il conduttore, ad un certo punto, sbottò con: “Ma questo sembra un freak show!”, volendo significare che non ci si capiva più niente. Ci è piaciuta questa interpretazione di pensieri in libertà, bonariamente anarchici, che si intersecano e, in coincidenza di certi allineamenti astrali particolarmente fortunati, producono simpatiche musichette.
Quale esperienza credete sia stata più formativa per voi fino ad oggi?
Massimo: qui ognuno dovrebbe dire la propria ma, per quanto mi riguarda, è stato lavorare al fianco di Roberto Vernetti con un progetto precedente. Fu una scuola durissima ma, indubbiamente, una scuola.
Come definireste la vostra musica?
Indubbiamente nasce dal funk, dalla disco, dalla black music in generale mescolata al pop, inteso come il desiderio di arrivare a tutti, senza preclusioni. Poi prende pieghe inaspettate, dovute al contributo di ognuno di noi in fase di creazione. Spesso sappiamo da dove partiamo ma non dove arriviamo. Riteniamo, comunque, il bisogno di categorizzare all’interno di un genere predefinito un concetto superato.
Quanto è importante il feeling umano e artistico per sviluppare un progetto come il vostro?
Tanto anzi parecchio, per dirla con Jannacci. Sei seduto ad un tavolo con altri giocatori e bisogna, ad un certo punto, scoprire le proprie carte, le proprie emozioni. Alcuni dicono che bisogna mettersi a nudo di fronte ai tuoi compagni. Non è sempre facile ma è assolutamente necessario. Se fai musica in maniera non onesta…si sente!
Che atmosfera si respira durante i vostri live?
Noi dal palco vediamo tante teste che si muovono a tempo di musica, piedi che battono il tempo e, quando le circostanze lo consentono, gente che balla. L’impressione è quello di regalare un paio d’ore di spensieratezza, di divertimento che, di questi tempi, non è affatto poco.
Di cosa parla il vostro nuovo singolo?
Parla delle discoteche, dei loro frequentatori, della discomusic. È un omaggio a questi elementi che, nei favolosi anni ’70, si mescolarono e diedero vita ad una vera e propria rivoluzione sociale.
Quali sono i vostri progetti per il futuro?
Entro la fine dell’anno vedranno la luce altri tre singoli con relativi videoclip. Saranno sempre all’insegna del nostro italo-funk e speriamo che abbiano lo stesso gradimento dei primi due.